Candidatasi lo scorso giugno, il riconoscimento di “Città creativa Unesco per la Letteratura” è stato attribuito per la prima volta a una città Italiana. Milano si conferma dunque il luogo ideale per scrittori, editori e lettori ma anche per librerie, biblioteche e spazi dedicati per la lettura. Diventare “Città creativa Unesco per la Letteratura” significa entrare in un circuito internazionale di “belle città”, da declinarsi in creatività utile al riposizionamento dal punto di vista economico, sociale, culturale e ambientale.

Le “Cities of Literature” sono venti nel mondo. La prima è stata Edimburgo, nel 2004, a cui si sono aggiunte Melbourne, Iowa, Dublino, Reykjavik, Norwich, Cracovia, Dunedin, Praga, Heidelberg, Granada, Ulyanovsk, Baghdad, Tartu, Leopoli, Lubiana, Barcellona, Nottingham, Obidos, Montevideo e Milano. Il titolo vuole significare l’impegno di ciascuna di queste città nel custodire e valorizzare il ricco bagaglio culturale e l’eredità letteraria che le contraddistinguono. Inoltre, per entrare nel network Unesco, occorre dimostrare di mantenere l’impegno dimostrato nel tempo, con nuove librerire e biblioteche, festival letterari e iniziative secondarie ma non meno importanti, come l’incoraggiare incontri di letteratura nelle scuole.

Per convincere l’Unesco, Milano ha mostrato sei linee progettuali che coinvolgeranno anche altre città della letteratura in progetti di scambio e condivisione: raccontare la Milano letteraria, diffondere la lettura come metodo di inclusione sociale, intessere relazioni con altre città per valorizzare il libro, attivare progetti di scambio per scrittori e traduttori come ambasciatori di letterature e culture nel mondo, predisporre laboratori e nuove opportunità legate ai mestieri del libro e sviluppare nuovi poli di ricerca negli spazi urbani, negli hub, negli incubatori e negli spazi multifunzionali.