Hai bisogno di cambiare casa, la tua è piccola, magari hai avuto un figlio e il tuo bilocale comincia a stare stretto. Il fasciatoio in bagno occupa spazi che nemmeno immaginavi di avere, il box in soggiorno ti obbliga a fare lo slalom tra la scrivania e la cucina per raggiungere qualsiasi cosa. La camera da letto è un piccolo ostello e a volte ti manca quasi l’aria.

Così inizi a cercare casa, vai sul sito di un’agenzia immobiliare e inizi a valutare le possibilità, quanto potrebbe costarti quella stanza in più, la cucina abitabile, un secondo bagno, un terrazzo più grande o un piccolo giardino.

A quel punto fai due conti e cerchi di capire cosa potrebbe convenire, affittare o comprare? Se hai una grande somma di denaro da parte sicuramente conviene acquistare, ma se hai poco e non raggiungi, o lo fai a malapena, il 20% del valore dell’immobile, il dilemma è inevitabile.

La prima cosa che puoi fare è capire quanto realmente puoi investire e a quanto puoi arrivare con l’anticipo per un’eventuale mutuo, la seconda è stabilire se sei in possesso dei requisiti per poterlo aprire.

Per capire di più è molto interessante il simulatore mutui della banca popolare di Bergamo che propone tre alternative nella ricerca rispondendo alle domande che tutti noi ci facciamo in occasione della scelta mutuo/affitto:

Con il mio reddito, quale importo posso richiedere?

Conosco il valore della casa, quale rata dovrei sostenere?

Conosco la rata adatta a me, quale importo posso richiedere?

Molto utile anche il sito mutuionline.it dove ci si può fare un’idea della differenza tra i vari tipi di tassi (variabile, fisso, ecc), la durata in anni del mutuo, la finalità (acquisto prima, seconda casa, ecc.) e confrontare i risultati tra 60 banche differenti.

Bisogna ricordare che oltre alla rata del mutuo per l’acquisto di un immobile si vanno ad aggiungere le spese notarili, le spese d’agenzia, una polizza assicurativa (che consiglio) e, una volta entrati in appartamento, le spese condominiali e le tasse sulla casa.

L’affitto è molto più semplice e meno vincolante, nel senso che sula carta è molto più facile avviare un contratto standard 4+4 (anni), pagare il proprio canone e lasciare al proprietario altre incombenze. In questo caso, il problema è che i soldi che paghiamo sembrano quasi persi, in realtà però stiamo pagando per qualcosa che utilizziamo e di cui ci serviamo in quel determinato periodo di tempo.

E voi, cosa avete scelto?

Foto di Dan Chiparus