Comprare una casa all’asta oggi significa poter risparmiare fino al 30% del valore della casa. Inoltre, gli acquisti su base d’asta non prevedono la provvigione dell’agenzia immobiliare, né le spese notarili. Ma tra questi vantaggi, si annida anche qualche svantaggio, come la richiesta di mutui, che le banche tendono a non erogare in questi casi, e la procedura, che a volte può risultare particolarmente difficoltosa. In questi casi, soprattutto per le persone meno esperte, si consiglia di farsi assistere da un legale.

Ma come funziona un’asta giudiziaria?

Con 45 giorni di anticipo, viene comunicata sul sito o nella bacheca fisica del relativo tribunale di competenza la data e il luogo dell’asta, che avrà un prezzo di partenza, il così chiamato “base d’asta”. Il custode giudiziario, che può anche far vedere l’immobile agli acquirenti, gestirò l’immobile pignorato per il quale si batte l’asta.

Le aste possono essere di due tipo, con incanto o senza. Nel primo caso, l’asta è pubblica, dunque per partecipare è necessaria solitamente una cauzione, i documenti richiesti e una lettera indicante la volontà di partecipare all’asta. In questo caso l’asta va a rilanci. Nel secondo caso, invece, l’asta è a busta chiusa, e dovrà contenere l’offerta, il 10% di quest’ultima come cauzione e i documenti richiesti.

Le migliori occasioni a Milano, Bologna, Bari e Firenze

Una casa tipo all’asta su suolo italiano avente una superficie di circa 102 metri quadrati ha un costo medio ad oggi di circa 192.000 euro, circa il 30% in meno rispetto ad un acquisto tradizionale. Tra le città in cui il potenziale di risparmio è ancor più evidente troviamo Milano e Bologna. A Milano, gli immobili d’asta che misurano circa 70 metri quadrati sono venduti a circa 227.000 euro, circa il 44% in meno rispetto al prezzo medio in città, mentre a Bologna la percentuale è la stessa, sebbene il prezzo medio bolognese sia più contenuto rispetto al capoluogo meneghino. A seguire, Bari, con il 36%, e Firenze, con il 31%.

Nonostante le possibilità di risparmio, però, le compravendite non votano. Sembrerebbe infatti che il 31% degli intervistati da un’indagine promossa da Immobiliare.it siano scettiche sulle tempistiche di sgombero dell’immobile, nonostante la recente normativa abbia imposto un limite a 6 mesi. Inoltre, la burocrazia dietro le aste spaventa il 17% dei rispondenti al quesito, che ritengono l’asta un procedimento pieno di difficoltà. Insomma, se da una parte l’offerta è cresciuta del 23% negli ultimi 5 anni, le ricerche di case all’asta sono raddoppiate ma senza poi tradursi in compravendite effettive.