Il Superbonus 110% rischia di compromettere l’architettura razionalista di uno degli edifici simbolo della città. Così i docenti del Politecnico di Milano descrivono il motivo per cui hanno avviato una petizione contro il possibile intervento voluto dal condominio. Con questo documento i docenti vorrebbero attivare le procedure per salvare l’opera prima di Piero Bottoni a Milano da “ritocchi” o sostituzioni che potrebbero ridurne il valore architettonico-culturale. La richiesta per cui stanno raccogliendo firme è quella di “Avviare procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi dell’articolo 10 comma 3 lettera d) e 13 del D.Lgs. 42/2004“.

Palazzo INA, sito in Corso Sempione 33, è un edificio multipiano -conta 19 piani fuori terra- nato negli anni cinquanta dalla mano dell’architetto Piero Bottoni per rispondere all’esigenza di trovare moduli abitativi che non fossero il tradizionale edificio a corte milanese. Con una delle entrate più spettacolari della città -nel libro edito da Taschen “Entryways of Milan – Ingressi di Milano” lo si può trovare tra le varie eccellenze meneghine- , il Palazzo è una lama alta 64 metri descritto da profonde logge sulla facciata sud-est per schermare dalla radiazione solare e far godere gli abitanti di una vista protetta sulla città.

Al piano terra, immaginato per negozi e uffici, l’esplosione di colore che in questi ultimi anni ha resto quest’architettura instagrammabile riveste interamente le superfici degli spazi. Una galleria pubblica rivestita di mosaici variopinti sui toni contrastanti dei rosa e dei blu accompagnano i condomini e il pubblico verso la loro destinazione. All’ultimo piano, l’edificio prototipo doveva accogliere un giardino pensile, forse per riprendere l’idea razionalista del solarium o del verde un po’ alla Le Corbusier, purtroppo sostituita in fase di realizzazione da altri appartamenti. 

Nonostante ciò, per la valenza architettonica dell’edificio, interamente rivestito da tesserine sulle facciate esterne oggi probabilmente sostituibili ma con costi decisamente elevati, i docenti del Politecnico temono che un intervento non soggetto ai controlli della Sovrintendenza possa portare ad una negazione, un’aberrazione, di quanto immaginato e perfettamente disegnato da Bottoni.

Foto courtesy Living Il Corriere