Il nuovo Pirelli 39 si trova nel centro del quartiere milanese di Porta Nuova, una posizione strategica che si inserisce tra la Stazione Centrale e lo Scalo Farini. L’edificio, chiamato P39, rappresenta un’opportunità per sviluppare un nuovo modello di costruzione ad uso misto e di crescita urbana sostenibile. Il progetto combina il riuso adattivo di edifici del patrimonio esistente con l’aggiunta di una nuova costruzione innovativa e sostenibile dal punto di vista ambientale. I progettisti, Diller Scofidio + Renfro, hanno collaborato con lo studio italiano Boeri Architetti per ridefinire gli spazi verdi. P39 non è solo una torre ma piuttosto una vibrante destinazione culturale “viva” dedicata all’arte e alla scienza delle piante.

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Il progetto P39 è suddivisibile in tre elementi principali:

RIGENERAZIONE DELLA TORRE ESISTENTE, IL PIRELLINO

La torre sarà adattata per soddisfare gli attuali standard previsti per gli spazi ad uso ufficio in termini di innovazione e sostenibilità. La ristrutturazione manterrà il carattere originale dell’edificio mentre aggiornerà la struttura per massimizzare l’efficienza e portare il Pirellino alle qualità e alle prestazioni richieste dal nuovo fare architettonico e tecnologico.

RIGENERAZIONE DEL PONTE

Il progetto crea un nuovo hub culturale partendo dal preesistente edificio-ponte che guarda a Via Melchiorre Gioia. Il costruito diventerà uno spazio serra con piante e, più in generale, ricco di biodiversità. Il centro dedicato alla scienza del verde è pensato per fornire un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa di varie specie di piante. Il Ponte si configura come una “naturale” estensione del vicino parco della Biblioteca degli Alberi.

UNA NUOVA TORRE RESIDENZIALE

1.700 metri quadrati di vegetazione, distribuiti su più piani, esprimeranno i colori mutevoli delle stagioni attraverso una flora e una fauna che assorbiranno circa 14 tonnellate di CO2 e produrranno altrettante 9 tonnellate di ossigeno all’anno – la produzione equivalente di una foresta di 10.000 metri quadrati. Con 2.770 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, la torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del suo fabbisogno energetico. L’edificio include una struttura in legno che diminuirà la sua impronta di carbonio, compresi 1.800 metri cubi di pavimenti in legno che faranno risparmiare fino a 3.600 tonnellate di anidride carbonica nelle fasi di costruzione.

Rendering courtesy Diller Scofidio + RENFRO e Boeri Architetti