Il calendario 2019 è chiaro: tra ponti, festività e ferie ci sarà chi potrà usufruire di quasi due mesi di vacanze. Lasciata alle spalle l’Epifania, quest’anno non troppo fortunata, il prossimo ponte che permetterà a molti di farsi una bella vacanza primaverile sarà ad aprile. Qui, vacanze Pasquali, 25 aprile e 1 maggiopotranno unirsi per trascorrere ben due settimane piene di vacanza. Infatti, Pasqua sarà domenica 21 aprile, seguita dal lunedì dell’angelo il 22 e, subito a seguire, il 25 aprile che cadrà di giovedì. Non male! E per chi volesse spezzare, sia per questioni personali sia lavorative, si può pensare di usufruire del 1 maggio, festa dei lavoratori, per anticipare il fine settimana di un giorno.

Buone notizie anche per coloro che contano sul 15 agosto, ovvero Ferragosto, che si festeggerà di giovedì proponendo dunque un altro weekend lungo. Bene anche a novembre, con la festa di Ognissanti, che sarà di venerdì. Chiudono l’anno in bellezza Natale e Santo Stefano, che cadono rispettivamente di mercoledì e di giovedì, dando la possibilità di organizzare una vacanza lunga 6 giorni, dal 21 al 26 dicembre. Per la fine dell’anno, si può invece pensare di partire il 28 dicembre per poi tornare al lavoro il 2 gennaio 2020.

Se i ponti del 2019 si prevedono fruttuosi, c’è qualche festività che invece non regala grandi riposi. E’ il caso del 2 giugnoe del 8 dicembre, Festa della Repubblica e dell’Immacolata, che si festeggeranno entrambe di domenica.

 

Il ddl “Più ferie” all’esame della commissione affari costituzionali al Senato

Mentre si parla di festività, ponti e soprattutto di come gestire in modo intelligente le ferie a disposizione per prolungare il riposo e lo svago, il disegno di legge per il ritorno delle festività soppresse e destinato ad aumentare i giorni di ferie e ponti è arrivato all’attenzione della commissione affari costituzionali al Senato. Il ddl è frutto di un’iniziativa dei senatori Steger, Unterberger e Durnwalder, e prevede cinque giorni di riposo in più e l’estensione a tutto il Paese della festività dei santi Pietro e Paolo, ad oggi celebrati solo a Roma il 29 giugno. Per i senatori. Il ripristino delle ferie tolte dalla legge del 5 marzo 1977, n.54, è “ridare significato alla tradizione popolare, che non determina scompensi significativi alla produttività delle aziende, – piuttosto – trasferisce una quota maggiore di reddito prodotto ad altri comparti di mercato ad alto valore aggiunto, quali il turismo e il tempo libero, con buoni ritorni economici per l’economia nel suo complesso, e risulterebbe più coerente con quel che avviene negli altri Paesi europei.”

Per quest’anno, comunque, non c’è da lamentarsi.