Milanosport sta valutando l’apertura delle piscine di Milano fino a tarda sera. Il piano della società prevede, a fronte di una papabile riduzione del numero di presenze in contemporanea, prenotazioni e file online e spogliatoi unisex. Il piano prevede di instaurare politiche di gestione e manutenzione degli impianti e degli spazi ad essi associate per creare delle vere e proprie aree volano dove poter riprendere fiato senza preoccupazione di contagio. Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo presso il Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, evidenzia come il pericolo di contagio non risieda nell’acqua, che di norma è clorata e quindi capace di uccidere il virus. I problemi risiedono nelle zone di condivisione e preparazione “al tuffo” in acqua, l’ambiente caldo-umido degli spogliatoi, le zone altrettanto umide vicino a bordo vasca tra gli altri.

La fase due sta per partire, ma centro fitness, palestre e piscine dovranno rimanere chiuse ancora per un po’. Questo perché gli esperiti considerano l’attività sportiva come attività d’alto rischio di contagio. Ad oggi la loro riapertura non è stata calendarizzata, ma alcuni parlano addirittura di una partenza posticipata a settembre.

Nonostante le insicurezze non accennino a diminuire, c’è chi pensa che la ripartenza settembrina avverrà per mezzo di ingressi contingentati, con conseguente divieto alle attività e lezioni di gruppo, presenza di igienizzanti all’ingresso, pulizia costante dei locali, degli attrezzi e degli spogliatoi.

Ci troveremo, a settembre, a dover indossare la mascherina anche in palestra?

Una cosa è certa, la normalità che conoscevamo prima che iniziasse la pandemia potrà essere riconquistata soltanto con la realizzazione e distribuzione su scala globale di un vaccino sicuro ed efficace. Sino a quel momento, dovremo vivere con misure di distanziamento sociale e l’uso costante di dispositivi di produzione individuale come guanti e mascherine.