Chi mette piede per la prima volta a Furore ha come l’impressione di esserci già stato in passato. Amato da Fellini e Rossellini, il Fiordo di Furore è considerato da molti uno dei più bei fiordi italiani e del Mondo. Ricco di fascino e con alle spalle una storia che ancora si fa sentire, questo angolo di paradiso è stato amato da molti per la sua conformazione geologica, da secoli sfruttata per ripararsi dagli attacchi nemici, oggi angolo dove potersi riparare dal solleone estivo godendo dell’ombra proiettata dalle grandi rocce che lo circondano. Dal 1997 è inserito nel patrimonio UNESCO e con i suoi 800 abitanti è entrato a far parte del club dei “Borghi più belli d’Italia”.

Il fiordo deve il suo nome alla più vecchia insegna “Terra Furoris”, derivante dal rumore delle onde che si infrangono furiose sugli scogli del piccolo fiordo.

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courtesy rey perezoso

Come spesso accade, però, c’è anche una versione che vede protagonista un demone arrabbiato. La leggenda narra che il Diavolo in persona si sia recato a Furore e che gli abitanti, non gradendo la sua presenza, si siano dimostrati poco ospitali. Andandosene indignato, si racconta che il Diavolo decise di lasciare un “ricordo” nei pressi della vicina Agerola, ripulendosi con una delle ortiche più aggressive che lo fece scappare urlando e sbattendo “furioso” i piedi, disegnando quella che oggi è la gola segnata in verità dal torrente Schiato.

Il porto naturale oggi pare un museo a cielo aperto dove ancora si può sentire il vociare dei mercanti che vi approdavano, protagonisti dei fiorenti traffici presenti in Costiera Amalfitana. Il Fiordo di Furore, prima ancora di diventare un’acclamata spiaggia dove godersi il pomeriggio, ospitava opifici nei quali si lavorava la carta. Scendendo a valle ancora oggi si trova l’antico spanditoio dove veniva asciugata. Inoltre, il fiordo era famoso per la molitura del grano, sebbene dal catasto carolino datato 1752 si parli del fiordo come un posto inospitale caratterizzato da terreni poco produttivi.

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courtesy rey perezoso

Il Fiordo di Furore invita al silenzio, alla riflessione. Lontano dalla mondanità tipica di alcuni luoghi della Costiera, questo paradiso terrestre è oggi meta di fotografi appassionati e artisti che ritraggono il suo aspetto naturalistico e il ponte su cui corre la statale odierna.

Foto in copertina: courtesy Eduard Marmet