«Passavo davanti a quel palazzo tutti i giorni prima di andare al lavoro. Era uno di quei posti che ricordano qualcosa, sapevo che ci abitava Dario Fo e che ci girarono un film con Tomas Milian. Appena ho visto il cartello ‘Vendesi’, appeso fuori, ho chiamato».
Inizia così la storia di un giovane napoletano, Dario Vitale, che oggi vive in un appartamento tra i più belli, proprio a nel quartiere di Porta Romana. Una cucina, un salotto, una sala da pranzo completano la zona giorno, mentre due bagni, una camera da letto e una stanza per gli ospiti arricchiscono la parte notte. Ieri era un grande ufficio di un’assicurazione, che ha coperto negli anni 80 le grazie e gli elementi decorativi del periodo fascista. Oggi, dopo quasi un anno di lavori di ristrutturazione, l’appartamento ritrova il suo splendore riscoprendo le mattonelle originali della cucina e della sala da bagno, e poi i cornicioni, gli infissi e i caloriferi. Non ci sono quadri alle pareti, ma paraventi giapponesi e pochi oggetti scelti in base alle corrispondenze sentimentali, come il tavolo con catenarie e lampadine.
Dario Vitale si definisce “affascinato da due cose: l’austerità monacale e le filosofie orientali”, che studia con dedizione e costanza. Il giovane talento sceglie l’arredamento con istinto cromatico, accostando tappeti, mobili, paraventi e oggetti tra i più particolari. Il verde, la sua ossessione, si “avvicina alle corde e allo spettro visivo della mia sensibilità”. Durante le trattative Dario conosce il proprietario, che gli ha mostrato e raccontato la storia dello stabile, dalle decorazioni agli ambienti. Lavorare insieme, ha contribuito a riportare in auge il gusto anni 30 di questa casa borghese ma no troppo, non moderna, non modernista. Semplicemente sua.
Foto: courtesy Living Il Corriere
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