Nel prossimo decreto potrebbe essere contenuta una misura che prevede l’innalzamento del già esistente Bonus ristrutturazioni fino al 110%. Si parla di un raddoppiamento delle detrazioni rispetto all’Ecobonus e al Sismabonus già in vigore. In questa cornice di incertezza, una manovra come il superbonus di cui tanto si parla potrebbe rappresentare una svolta storica per l’economia del Paese. Il superbonus salirebbe infatti oltre al 100%, consentendo dunque di recuperare i costi di ristrutturazione supportati e ricevere una sorta di “mancia fiscale” del 10%.

Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato, ha valutato l’impatto di tale manovra sui conti pubblici pari a 16 miliardi di euro in meno in termini di entrate fiscali, ma producente il 35% di lavori in più rispetto alla situazione corrente. L’idea è quella di considerare questa manovra come un investimento a lungo termine, un po’ come avvenne per le misure adottate in termini di incentivi di riqualificazione edilizia ed energetica dal 1998. Per dare un’idea delle somme in gioco, lo Stato grazie a questi incentivi ha creato un giro d’affari che ha portato, solo tra il 2011 e il 2019, ad un volume di lavoro pari a 231 miliardi di euro e 3,4 milioni di occupati complessivi (fonte: Cresme).

Il superbonus al 110%, cosa potrebbe prevedere la nuova normativa

Il superbonus potrà essere esteso a tutti quei lavori di ristrutturazione che prevedano la riqualificazione energetica dell’unità abitativa in oggetto. Questo significa che sarà necessario prevedere un miglioramento delle prestazioni energetiche tramite nuovi sistemi di isolamento, cappotti, impianti di nuova generazione a ridotto consumo energetico e così via. All’interno del bonus trovano spazio anche tutte quelle soluzioni che prevedano la produzione di energia elettrica, dunque impianti fotovoltaici. Oltre alla questione energetica, anche il “vecchio” Sismabonus è inlcuso in questa estensione. Infatti, saranno valide anche tutte quelle ristrutturazioni con operazioni di manutenzione straordinaria che includeranno la modifica dell’impianto strutturale per rendere l’unità abitativa sicura dal punto di vista sismico.

Tutti questi interventi potranno essere effettuati da condomini, persone fisiche, arti e professioni e dagli istituti autonomi case popolari. Non potranno invece essere attivati da attività d’impresa. Un’altra importante informazione è relativa al periodo di detrazione, che potrebbe essere ridotto da 10 a 5 anni, rendendo quindi ancor più sostenibile l’esborso di chi avrà sostenuto le spese.

Se la normativa dovesse essere davvero inclusa nel prossimo decreto, si pensa che questa possa partire già dal prossimo luglio, per una durata di 18 mesi, con aliquote per gli interventi di efficientamento energetico e sismico, oggi rispettivamente al 65% e al 50% dei lavori, innalzate al 110%. Non si parla ancora di massimale, un dettaglio molto importante che secondo gli esperti decreterà il successo o il fallimento della proposta.