Completamente ristrutturato durante il lockdown, l’appartamento di un palazzo storico di Tbilisi rivive lo sfarzo di un tempo con un tocco di eccentricità. Eka Papamichael, proprietaria dell’appartamento, ha ridisegnato questo splendido stabile rispolverando parte dei rivestimenti Art Nouveau che facevano già da cornice negli anni ’20. In particolare, una carta da parati raffiguranti l’Armata Rossa nell’intento di spazzare via il patrimonio capitalistico dello stato con l’invasione del 1921 fu nascosta in quanto considerata espressione inaccettabile.

Tbilisi

L’occupazione sovietica mandò in rovina moltissimi edifici della capitale georgiana, molti dei quali sono in quella condizione ancora oggi. Eka si è innamorata di questo spazio, riportando alla luce affreschi, antichi camini e pavimenti di legno con motivi a mosaico unici. A tutto questo, Eka ha aggiunto arredi italiani anni ’50 e tappeti persiani che elevano le finiture ripristinate e raccontano lo spirito creativo della proprietaria di casa.

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Quando ho visto per la prima volta la casa era ancora divisa in cinque piccoli appartamenti, e nonostante i maltrattamenti si poteva ancora percepire lo spirito vivace del 1902, quando il musicista Nicola Kartvelishvili commissionò il progetto all’architetto Simon Kldiashvili, all’epoca molto in voga in città“, racconta Eka Papamichael.

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Infatti, l’appartamento di grandi dimensioni era stato successivamente suddiviso in cinque piccoli appartamenti. Il progetto di ristrutturazione ha previsto l’abbattimento dei muri, la rimozione di porte e partizioni ripristinando le decorazioni originali e le viste di Venezia e le curiose scene domestiche abitate da gnomi che affollano gli affreschi. Nelle stanze principali, una collezione impressionante di kilim georgiani dialoga con la struttura e le sue decorazioni; raccontano il gusto di Eka i numerosi mobili trovati nei mercatini delle pulci, scrivanie e sedie in stile Buffa, lampadari di Venini in vetro e ottone e lampade da terra floreali in stile Art Nouveau.