Il Registro Italiano Navale (RINA) ha annunciato lo scorso 25 novembre l’approvazione di principio (AiP) del sistema di allevamento ittico offshore di nuova concezione, Ocean Ark. La nave mira a fornire un nuovo approccio all’acquacoltura – che migliora la salute dei pesci, il comfort dell’equipaggio e l’immagine dell’industria.

Un allevamento ittico semovente di 170 metri sviluppato dalla cilena Ocean Ark Tech (OATECH) e dall’alleato strategico Ocean Sovereign, da qualche giorno un passo più vicino alla consegna del pesce sul mercato dopo aver ottenuto un’approvazione chiave. Il trimarano a basse emissioni, assistito dall’intelligenza artificiale, è stato progettato con recinti per pesci in rame autopulenti. Il concetto di Ocean Ark consiste nell’allevare la fauna ittica lontano dalle ondate di calore marine, dalla fioritura delle alghe e dalle tempeste – i tre talloni d’Achille dell’acquacoltura -;  con la nuova tecnologia a bordo, Ocean Ark vorrebbe puntare alla produzione di pesce di qualità superiore e aumentare la produzione mondiale di proteine senza aumentare le pressioni sugli stock selvatici, sugli habitat costieri o sulle risorse idriche terrestri.

Patrizio Di Francesco, ingegnere capo del RINA Marine per l’Europa nord-occidentale, ha dichiarato: “Questa è una nave insolita. Il suo AiP rappresenta una pietra miliare sia per l’industria ittica che per la classificazione delle navi non convenzionali. Si tratta di un approccio innovativo alla raccolta sostenibile del pesce per contribuire a garantire la sicurezza e la sovranità alimentare e che potrebbe rivoluzionare l’allevamento del pesce per il futuro“.

Fonte: The fish site

L’Ocean Ark potrà operare vicino ai mercati di consumo asiatici, statunitensi e dell’UE, con un notevole calo delle emissioni di trasporto.