Il Covid sta rivoluzionando il mondo a ritmi incredibili e con esso anche il mondo immobiliare. Se fino a qualche mese fa il centro città era preferito per via dei numerosi servizi di intrattenimento, ora chiusi a causa della pandemia, oggi la periferia e i sobborghi in giro per il mondo sembrano avere la meglio. Il trend immobiliare registrato in tutto il mondo è piuttosto allineato; per esempio, i prezzi nella cara Manhattan stanno scendendo proprio per la mancanza dei “soliti” servizi e le tasse ben più alte rispetto ad altre zone degli Stati Uniti, mentre Greenwich, in Connecticut, ha visto gli immobili salire di prezzo fino a quasi il triplo rispetto all’anno precedente. Bloomberg riporta trend estremamente positivi anche nella contea di Westchester, dove i contratti sono aumentati del 57% e ci si avvicina all’esaurimento dell’offerta immobiliare con conseguente rincaro dei prezzi. La stessa cosa succede nel Regno Unito e in città come Monaco, Francoforte, Toronto e Hong Kong.

Giuliana Ferraino de Il Corriere della Sera mostra uno scorcio del mercato immobiliare come già hanno fatto altri in questo periodo, riportando al centro dell’attenzione la volontà di moltissime aziende, soprattutto di taglio tecnologico o social come Twitter, per il telelavoro, ovvero il cosiddetto smartworking. Parrebbe infatti che le aziende più visionarie siano pronte ad adottare questa strategia anche nel prossimo futuro in maniera costante, il che porterà necessariamente ad una rivalutazione delle dimensioni della casa in acquisto in favore di taglio più grandi e spostano la loro ubicazione altrove rispetto alle aree centrali della città. Non c’è da stupirsi che dunque i potenziali acquirenti scelgano le aree più tranquille, e più verdi, al di fuori delle chiassose e costose aree cittadine. Complici i mutui a prezzi stracciati e qualche risparmio messo da parte dalle famiglie che si sono spostate meno proprio a causa del Covid, la giornalista, sulla scia della scrittrice Ilyce Glink, pone 5 domande che dovrebbero farsi gli eventuali compratori, ancor prima di recarsi in agenzia.

Concludiamo questo breve approfondimento riportando le cinque domande fondamentali riportate dalle due giornaliste:

  • Quanto tempo pensate di rimanere nella zona?
  • A che punto della vita siete a livello lavorativo? Prevedete un cambiamento nella vostra carriera?
  • Siete disposti a spendere molto di più per la manutenzione e le tasse di quanto non abbiate in qualità di affittuari?
  • Se in un futuro prossimo l’azienda per cui si lavora vi richiederà di ricominciare a fare i pendolari, quella grande e verdeggiante proprietà in periferia sembrerà ancora attraente?
  • Quanti soli avete per l’acconto?

Fonte: Il Corriere della Sera, Giuliana Ferraino citando Ilyce Glink