Dopo anni di attesa finalmente al via il cantiere che vedrà Palazzo Liberty sposarsi con il progetto di Shop Architects, studio americano incaricato dal Office of Overseas Building Operations (OBO) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti della realizzazione del Consolato Generale Americano. Il campus di circa 4 ettari fornirà una piattaforma sicura, sostenibile e resiliente per la diplomazia statunitense a Milano e in tutto il nord Italia.

Il nuovo edificio sarà incorniciato da Palazzo Liberty, un elegante e duraturo esempio di architettura neoclassica risalente agli inizi del 900. Il Palazzo sarà restaurato e riproposto come varco d’ingresso al campus. Il nuovo edificio sarà invece raccontato da un concatenarsi di pannellature parzialmente vetrate utilizzate per rivestire le principali facciate del volume. Rifinito con pannelli di pietra monumentale lavorata con macchine a controllo numerico, l’edificio vuole esprimere un forte senso di sicurezza e autorità pur rimanendo invitante e accogliente per coloro che lo vivranno nel tempo.

Giancarlo Tancredi, neo assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano, dice: “La notizia dell’affidamento dei lavori per il nuovo Consolato americano a Milano ci rende particolarmente felici, dopo un percorso durato molti anni in cui la Direzione urbanistica del Comune ha collaborato fattivamente affinché si realizzassero tutti i passaggi necessari, dal rilascio dei necessari permessi, alla realizzazione della bonifica, fino alla tutela dell’edificio storico. Quello che sarà realizzato nell’ex area del Demanio statale del Tiro a segno sarà un edificio con certificazione LEED, ovvero ad alti standard di risparmio energetico e qualità ecologica, nel pieno rispetto delle politiche ambientali che questa amministrazione comunale sta portando avanti per ridurre al minimo l’impatto delle nuove operazioni urbanistiche”.

Tra Palazzo Liberty e il nuovo edificio sarà conservata la lunga galleria attualmente esistente, volutamente conservata dagli architetti come un importante elemento del paesaggio che descrive il sito di costruzione. Gli edifici restaurati permetteranno di ampliare i servizi consolari e lo spazio per l’impegno pubblico. Il progetto è registrato con LEED® – un programma di certificazione per l’edilizia verde che riconosce le migliori strategie e pratiche edilizie – e ha come obiettivo la certificazione Gold.

Foto: Rendering Obo
Fonte: La Repubblica