Nel 2018 la Lombardia si è riconfermata il primo mercato immobiliare d’Italia, concentrando circa il 23% delle compravendite residenziali su suolo italico. Rispetto all’anno precedente, il 2017, la regione ha vissuto un incremento del 13,8 percenti, quasi cinque punti in più rispetto al risultato nazionale. Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, affianca alla regione Lombardia stati come il Portogallo e la Polonia, affermando come “la Lombardia abbia lo stesso numero di compravendite del primo e come si avvicini alla seconda”. Nel 2019 le previsioni si mantengono positive, con compravendite residenziali in aumento sia nella regione longobarda sia a livello nazionale. Si presuppone che nel 2019 le compravendite in Lombardia dovrebbero attestarsi a quota 158mila, per poi raggiungere le 180mila unità nel 2020, superando così il record storico di 165mila transazioni registrate nel 2007.

Guardando alle maggiori città su suolo nazionale, la città più dinamica durante l’anno che ci siamo lasciati alle spalle è Napoli, con un incremento delle vendite di nuove abitazioni pari al 15,2%, seguita da Milano, 14,5%, Roma, 13%, Torino, 11,3% e Bologna, 9.7%. La crescita del mercato immobiliare ha anche evidenziato un aumento dei prezzi, con Milano che si riconferma essere la città più cara, con un prezzo medio al metro quadrato per residenze di nuova costruzione pari a 6750 euro, seguita a ruota da Roma, 6300 euro, Firenze, 4800 e Torino, 4450 euro. Dalle ricerche di settore emerge anche un altro dato significativo, ovvero l’attenzione a soluzioni abitative su misura, personabilizzabili e con servizi che vanno dal personal architect in fase di progettazione alla conciergerie, fino al servizio di live cooking con chef a disposizione per una cena nella nuova casa.

Alessandro Ghisolfi, Responsabile del Centro Studi Abitare co, immagina il prossimo futuro del mercato immobiliare italiano:

“Il mercato immobiliare residenziale delle nuove costruzioni ha confermato nel 2018 la sua tendenza ciclica positiva. Rispetto alla domanda, oggi l’offerta rimane ancora molto sottostimata e ciò favorisce un accorciamento dei tempi di vendita che sino a tre anni fa erano impensabili. Per il 2019 i segnali rimangono positivi anche se è d’obbligo essere più prudenti, data l’attuale fase congiunturale.