A quattro mesi dalla comparsa del virus in Italia, la patata bollente passa ai bilanci. Come per la maggior parte dei settori, anche il mercato immobiliare ha sofferto, e continuerà a soffrire nei prossimi mesi, a causa dell’emergenza sanitaria che ha sconvolto il mondo intero.

Su tutto il territorio Italiano l’Immobiliare ha visto diminuire il numero di compravendite e mutui, con Milano città virtuosa un’altra volta in cima alla classifica. La prima indagine, portata avanti dal Consiglio nazionale del notariato, mostra una contrazione che a Milano arriva al 50% per quanto riguarda le compravendite e i mutui nel solo mese di marzo. Un crollo generalizzato, che vede scendere del 25% le transazioni anche a Bologna e Firenze e tra il 43% e il 47% circa a Roma, Napoli, Bari e Palermo. Secondo uno studio pubblicato dal Corriere della Sera sembrerebbe che il numero di compravendite di case raggiungerà quest’anno le 21mila unità, ben 5mila in meno rispetto al 2019 e circa 7000 se confrontate con il 2018. In termini economici il danno risulta pari a circa 2 miliardi di euro su un giro d’affari di 11 miliardi (il dato si riferisce all’anno precedente).

Il Covid ha cambiato anche il modo e la tipologia di unità immobiliari di maggior interesse. Pare infatti che all’orizzonte ci siano scelte differenti rispetto al periodo del lockdown. Case più spaziose e possibilmente con terrazzo. La possibilità di dover svolgere parte del proprio lavoro da casa, la presenza di figli e situazioni di convivenza forzata stanno portando i potenziali compratori a spostarsi in zone più periferiche pur di potersi permettere tagli di grandezza maggiore. Molti dei cantieri ancora non finiti si stanno adeguando trasformando appartamenti di taglio piccoli, preferiti a quelli di taglio maggiore prima del Covid, in tagli di appartamento più grandi.

Per quanto riguarda Milano, i prezzi per la compravendita di case potrebbero subire una contrazione fino al 10%. Per tutta la durata dell’anno, quella che rimane, si prevede una riduzione delle richieste di compravendita del 21% circa, a favore di affitti di locazione che invece sono in rialzo del 25%. Le due percentuali dimostrano lo spostamento, presumibilmente momentaneo, dall’acquisto all’affitto.