Il resto di questo 2020 infuocato sarà caratterizzato da compravendite di abitazioni in calo del 18%, passando dalle 603mila unità dello scorso anno a 494mila previste entro la fine dell’anno. Il secondo rapporto sul Mercato Immobiliare presentato alla fine di luglio dall’Osservatorio Immobiliare Nomisma sembra parlare chiaro. Il trend negativo sarà tanto forte da ripercuotersi non solo sul resto di quest’anno, ma anche sul prossimo. Quanto meno per il primo trimestre del 2021; non è facile dare una previsione certa, vieppiù data la presenza di una pandemia che non accenna a placarsi.

Nonostante quest’appunto, l’Osservatorio fa anche sapere che le famiglie italiane non si sono ancora rese conto delle ripercussioni che questa crisi avrà sulle loro tasche, e dunque anche l’acquisto di una casa potrebbe rientrare tutt’oggi all’interno del piano economico di numerosi nuclei famigliari.

Il quadro macroeconomico mondiale vede tre settori, o per meglio dire materiali, che fungono per analisti come Luca Poma da sentinella per la definizione delle previsioni economiche a scala globale. Si parla di petrolio, rame e oro. Quando scendono petrolio e rame, fonte primaria per molteplici aziende e consumatori nonché elementi utili all’espansione del mercato, l’oro -soprannominato molte volte bene rifugio- sale. La particolarità di questa pandemia, è che in questi mesi si trovino situazioni contrastanti, e molto pericolose, per cui rame e oro salgono contemporaneamente. Questo sintomo è dovuto al duplice pensiero secondo cui, per alcuni, è necessario limitare le spese, per altri, invece, è il momento per ripartire e riprendersi da una crisi che vedrà il PIL italiano scendere non solo nel 2020, ma anche nel 2021.

Il fattore più pericoloso è dato da coloro che, in campo immobiliare, stanno in questo momento attendendo che i prezzi per compravendite e affitti si abbassino ulteriormente, non considerando che questo blocco dei consumi si trasforma dal punto di vista economico in una crisi che porta alla recessione. Alla luce di questa situazione, l’Osservatorio ha delineato 3 diversi scenari di evoluzione del mercato immobiliare italiano, chiamati scenario “base”, “soft” e “hard”.

Secondo lo scenario base, le compravendite dovrebbero attestarsi appena al di sotto delle 500mila unità. Questo scenario prevede una contrazione che varia da -14% a -22% rispetto al 2019.

Lo scenario soft prevede invece un recupero delle transazioni già nella prima parte del prossimo anno, ipotizzando un numero di compravendite al di sopra delle 500mila unità. Si parla infatti di circa 537mila unità.

Lo scenario hard invece prevede un 2021 meno ottimale, con una ripresa praticamente inesistente. In questo caso le variazioni annuali si attestano tutte al -4%, considerando invece che nel settore base queste variazioni oscilleranno tra il -2,6% per il rettore residenziale e il -3,2% per il settore commerciale.

Parlando brevemente di città italiane, ecco che secondo lo scenario base Milano evidenzierà una maggior deflazione rispetto alle altre capitali, ma con un ritorno a tassi di variazione positivi già a partire dal 2021. Secondo lo scenario più favorevole, invece, i prezzi a Milano torneranno a crescere già nella seconda metà del 2020.

Cali più contenuti si avranno anche a Firenze, Padova e Bologna, a cui si aggiungono Venezia e Palermo in quanto a immobili commerciali. Cali più accentuati si avranno invece a Catania, Bari e Roma, con Torino e Napoli molto negative per il segmento non residenziale.