Nomisma ha presentato il secondo Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021, contraddistinto da un “vento di forte positività” già partito nella seconda parte del 2020 e accompagnato da un’esuberanza del mercato. Infatti, il periodo è caratterizzato da un’elevata propensione all’acquisto dell’abitazione da parte dei consumatori, merito anche dell’atteggiamento accomodante delle banche. La positività registrata dal rapporto di Nomisma sembra convalidare, nei prossimi mesi, un ritorno ai livelli previsti in periodo pre-Covid.
Lucio Poma, Capo Economista, traccia uno scenario macro economico molto interessante, restituendo l’approccio ottimista già evidenziato dalle numerose transazioni immobiliari. L’Italia è una delle poche economie avanzate che ha registrato nel primo trimestre un PIL in positivo pari +0,1%, dato in netto contrasto con la media UE, in lieve ribasso. Sempre secondo il Capo Economista pare che entro fine anno la crescita sia addirittura maggiore rispetto alla Germania.
Nonostante il clima di grande fiducia non mancano però i dubbi, le perplessità e gli elementi di rischio amplificati dalla crisi Covid. Ci sono il tasso di occupazione per esempio, che in Italia non è aumentato, e il fenomeno di povertà, con +335mila famiglie che vivono in povertà assoluta in più rispetto al 2019, per un totale di circa 2 milioni.
Luca Dondi Dall’Orologio, AD di Nomisma, definisce la situazione attuale una “bolla di fiducia”, con un aumento alla propensione di acquisto nel campo immobiliare ben oltre le aspettative. Soprattutto per quanto concerne investimenti per prima casa, si è passati da 2,4 milioni a 3,3 milioni di famiglie propense al nuovo acquisto. Tuttavia, sembra che solo 800 mila di questi siano effettivamente nelle condizioni di poter effettuare una transazione. Nel settore residenziale si prevedono circa 650mila transazioni nel 2021, cifra addirittura superiore al periodo pre-Covid.
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