Secondo gli osservatori immobiliari il 2022 sarebbe contrassegnato da un rialzo di ben 20 punti percentuali in quanto a compravendite a Milano e in tutta la periferia che la circonda, con quartieri periferici con picchi che potrebbero raggiungere addirittura il 35%.
L’indagine fa osservare come la necessità di nuove unità abitative sia necessaria per far fronte all’impennata delle domande, evidenziando un ampliamento delle trasformazioni urbane edilizie per un totale di 46mila nuove unità immobiliari. Si parla di case innovative, realizzate con standard di vivibilità più alti e contraddistinte da un buon livello di luce diurna e, soprattutto, dalla presenza di aree verdi private e comuni. Le piccole città distribuite attorno al centro aumentano di importanza e promettono risultati ancor più veloci e fruttuosi in ambito residenziale. Questo nuovo percorso evolutivo ha già portato alla formazione di veri e propri quartieri dove tutti i servizi e i beni di prima necessità sono presenti in piccolo.
Dei 20,2 milioni di metri quadrati immaginati in una città che conta 1575 chilometri quadrati, quasi la metà dovrebbero essere dedicati al settore residenziale, seguiti dal settore direzionale e commerciale, successivamente, dall’ambito produttivo. Le potenzialità di tale ampliamento porterebbero in città 190mila abitanti in linea teorica, stimando un impatto sul mercato immobiliare pari a circa 37,5 miliardi di euro.
La ricerca, presentata lo scorso 25 maggio durante il convegno “Una nuova Milano”, approfondisce la variazione di compravendite del 2019 e le compara con il presunto rimbalzo nel biennio 2021-2022, con una previsione che aiuta a tracciare un trend anche alla luce dei recenti avvenimenti. Chiaramente lo scenario bellico che stiamo vivendo in questo periodo potrebbe minare la previsione ottimistica di questa ricerca, che ad ogni modo rimane possibile e potrebbe dare vita a nuovi interventi a Milano e nel suo Hinterland.
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