Entro quest’anno, a Cavenago, aprirà Planet Farms, un centro di agricoltura verticale che produrrà verdure fresche a km zero. 

Solo qualche anno fa il cinema internazionale ci ha abituato all’agricoltura idroponica arricchita con impianti di illuminazione ai raggi UV installati su navicelle spaziali, hub marziani e in futuri distopici. Oggi, quella stessa tipologia di agricoltura, legata indissolubilmente all’evoluzione tecnologica dei nostri tempi, arriva alle porte di Milano.

Planet Farms è un progetto pilota che segue gli ambienti-prototipo di Londra, Shanghai e Stati Uniti. Le colture idroponiche, dette anche “fuori suolo” e dotate di sistemi per l’ottimizzazione del consumo idrico, fanno uso di architetture dismesse rese incontaminate per produrre frutta e verdura in quelli che somigliano molto a laboratori hi-tech. L’agricoltore del futuro è immaginato come uno scienziato, dotato di camice e occhiali, che controlla in modo costante le condizioni all’interno della serra futuristica. Tutto il processo è tracciato, le condizioni ottimali per la crescita del cibo del futuro sono mantenute costanti da impianti all’avanguardia.

Planet Farms

Planet Farms è un impianto che misurerà circa 9000 metri quadrati, il più grande in Europa. Le “baby leaves”, insalate dalle foglie tenere raccolte a uno stadio precoce di sviluppo, saranno il primo prodotto disponibile. La filiera produttiva promette una grande riduzione degli sprechi e, soprattutto, il raggiungimento di un risparmio idrico del 98% rispetto alle coltivazioni tradizionali.

Planet Farms

Rendering dell’edificio che sarà realizzato a Cavenago entro la fine del 2020. Courtesy Dordoni Architetti

Mentre a Londra la serra tecnologica Growing Underground ha colonizzato rifugi antiaerei utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, in Italia si è pensato di costruire un edificio ad hoc altamente sostenibile e in grado di produrre elettricità. Luca Zaniboni di Dordoni Architetti, progettisti dell’opera, parlando di un “granaio contemporaneo”, un edificio iconico che rappresenterà la coltivazione di domani e aprirà anche alla formazione di personale specializzato dedicato alla coltivazione idroponica.