Dal comunicato stampa di Triennale Milano – Broken Nature è un’indagine approfondita sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale, legami che nel corso degli anni sono stati profondamente compromessi, se non completamente distrutti. La XXII Triennale di Milano, analizzando vari progetti di architettura e design, esplorerà il concetto di design ricostituente e metterà in luce oggetti e strategie, su diverse scale, che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali che quelli naturali.

La mostra tematica comprende una selezione di un centinaio di progetti degli ultimi tre decenni, esempi di design, architettura e arte ricostituente provenienti da tutto il mondo. Tra di essi, Broken Nature ospita installazioni e oggetti nuovi – come Transitory Yarn di Alexandra Fruhstorfer, Nuka-doko di Dominique Chen e Whale Song di Google Brain – accanto a pietre miliari come l’Hippo Roller di Pettie Petzer e Johan Jonker, il progetto residenziale Quinta Monroy di Elemental, le 100 sedie in 100 giorni di Martino Gamper, ed Eyewriter low-cost di Zach Lieberman (e altri), un sistema open source di tracciamento oculare. Questi progetti, che hanno svolto un ruolo essenziale nella storia e nell’avanzamento del design, hanno esercitato in alcuni casi un impatto memorabile sulla società e sul modo in cui gli esseri umani interagiscono con il mondo che li circonda. Per la prima volta vengono inseriti in un unico dialogo e in un unico spazio, allo scopo di svelare il potenziale del design come catalizzatore di cambiamenti sociali e comportamentali.

La mostra tematica include anche alcuni lavori commissionati appositamente ad Accurat, Formafantasma, Neri Oxman e Sigil Collective.

Accurat: The room of change

XXII-Esposizione-Internazionale-della-Triennale-di-Milano.-Broken-Nature.-Accurat-The-Room-of-Change-2019-©-La-Triennale-di-Milano.-Photo-Gianluca-Di-Ioia

The Room of Change è un’installazione composta da una sorta di arazzo di dati, che illustra come molteplici aspetti del nostro ambiente siano cambiati nei secoli passati, come stiano ancora cambiando e come probabilmente cambieranno in futuro. Combinando diverse fonti di dati che descrivono il mondo tanto da una prospettiva globale quanto da un punto di vista locale e individuale, l’installazione racconta storie di persone e l’evoluzione nel tempo della loro relazione con ciò che le circonda, in una stratificazione di informazioni dense e granulari che evidenzia quanto i cambiamenti siano capillari ad ogni scala.

Formafantasma: Ore Streams

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Ore Streams è un’indagine sul riciclo di preziosi rifiuti elettronici. Il duo di designer Formafantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin) vuole capire come il design possa essere impiegato per correggere i difetti nell’attuale sistema del flusso dei rifiuti. Oltre a migliorare il sistema, il design può suscitare un cambiamento attitudinale meno consapevole verso la considerazione dei rifiuti non come tali ma come nuovi materiali. Il progetto ha avuto inizio durante la NGV Triennial di Melbourne nel 2017. Il lavoro è composto da un’analisi approfondita del ciclo dei rifiuti e da una collezione di mobili per ufficio costruiti con materiali riciclati e non più vendibili.

Neri Oxman: Totems

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Neri Oxman, architetto e designer, professore al MIT Media Lab, è fondatrice e direttrice del gruppo universitario di ricerca Mediated Matter, che indaga come il digital design e le tecnologie costruttive possano agire come mediatori tra gli umani e l’ambiente per trasformare in modo radicale la progettazione e la costruzione del mondo che ci circonda. Il loro progetto per la XXII Triennale di Milano utilizzerà la melanina – il pigmento naturale la cui concentrazione definisce il colore della pelle umana – su scala architettonica. Il lavoro di Neri Oxman e del Mediated Matter Group sarà una dimostrazione di come il design, a tutte le scale, possa essere un commento potente, poetico e rigorosamente scientifico, sui pregiudizi e gli errori umani.

Sigil Collective: Birdsong

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Sigil (Khaled Malas, Salim Al-Kadi, Alfred Tarazi, and Jana Traboulsi) è un collettivo con sede a Beirut e a New York. Attraverso una serie di interventi visuali, figurativi e site-specific, cerca di esplorare le metamorfosi, al contempo meravigliose e terrificanti, del paesaggio arabo segnato dalle lotte passate e contemporanee. Il contributo del collettivo a Broken Nature, intitolato Birdsong, investiga il rapporto e il coinvolgimento che esiste tra gli uccelli (o “corpi dell’aria”, reali o fantastici), gli umani, il paesaggio e la storia della Siria.

Foto: courtesy Triennale Milano