Negli ultimi anni, la crescente attenzione al risparmio energetico ha portato alla proliferazione di nuovi materiali e tecnologie in ambito edile. In particolare, l’involucro edilizio ha assunto una funzione sempre più importante a causa del suo ruolo di “filtro” tra l’ambiente esterno e quello interno. L’involucro evolve, assumendo la capacità di adattarsi alle esigenze degli utenti e alle variazioni climatiche a cui l’edificio è esposto. Si parla quindi di involucro dinamico, interattivo, che si muove. Per la messa a punto di questo involucro interattivo, l’obiettivo è l’uso di sistemi costruttivi in grado di reagire spontaneamente alle stimolazioni ambientali, così da ridurre l’uso di dispositivi elettromeccanici.
Hygroscope è un progetto che guarda ai cinematismi propri dei sistemi biologici, le cui modalità di risposta sono letteralmente radicate nel materiale stesso. La capacità reattiva di Hygroscope si deve alla natura igroscopica del legno, che adsorbe e desorbe le molecole d’acqua. Scaglie di legno si susseguono a creare le geometrie più disparate, che si aprono e si chiudono come fossero brattee legnose di strobilo, la comune pigna. Ciò consente di impiegare il legno, uno dei più antichi e comuni materiali da costruzione, come materiale reattivo, programmato per deformarsi in risposta alle variazioni di umidità relativa.
HygroScope – Centre Pompidou Paris from ICD on Vimeo.
Foto di copertina: Il progetto è stato commissionato dal Centre Pompidou di Parigi ed inserito nella collezione permanente del museo nel 2012, anno nel quale è stato presentato per la prima volta all’interno della più grande mostra “Multiversités Créatives”.
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