La velocità con cui Milano è cresciuta negli ultimi vent’anni è quasi da record. Un secolo fa esatto, per potersi definire “in quota”, bisognava affacciarsi dai due palazzi gemelli di piazza Piemonte, a quota 38 metri raggiunti in deroga ai piani regolatori dell’epoca contro i 28 massimi normalmente consentiti.
Oggi la panoramica è ben diversa, con le torri residenziali di Porta Nuova -Torre Solaria in testa con 143 metri d’altezza-, svettanti verso il cielo grazie all’incentivo dei piani urbanistici che puntano alla riduzione di occupazione del suolo a terra.  Delle 20 case-grattacielo milanesi sopra i 50 metri ben 13 sono state costruite negli ultimi vent’anni, catapultando Milano tra le metropoli con la maggior verticalizzazione su suolo europeo.
Nel 2021 i prezzi di vendita per queste unità immobiliari panoramiche sono aumentati in media del 8,5% rispetto al 2020, vale a dire poco più di 18mila euro al metro quadrato per i piani più alti del Bosco Verticale. È chiaro che in queste realtà valga ancor di più la regola del “più è in alto più è costoso”, con una forbice di prezzi che arriva in alcuni casi al 25% in più tra primi e ultimi piani. Anche le Torri Solaria, Aria e Solea hanno prezzi simili al Bosco Verticale, con la più piccola che parte da circa 8600 euro al metro quadrato per arrivare a toccare i 14mila euro al metro quadrato per l’acquisto del piano più alto. Fanno da contraltare alle case verticali in centro i complessi periferici di Cascina Merlata, con la Città contemporanea 2.0 che vende unità immobiliari per 3mila euro al metro quadrato, così come le quattro torri di Baggio e la Torre Settimo Cielo a Giambellino. 
Con un’altezza media in Italia di 90 metri per 24 piani, Milano occupa ben 13 dei primi 20 posti su suolo nazionale, mentre rimane ancora piuttosto indietro se comparata alle altezze europee e mondiali, con un’altezza media rispettivamente di 224 metri e 357 metri.